ADOLESCENTI
L’adolescenza è prima di tutto un periodo particolare della vita, è un passaggio tra il mondo dell’infanzia e il mondo degli adulti. Questo periodo è spesso difficile per l’adolescente ma anche per i genitori che devono adattarsi continuamente allo sviluppo dei loro figli, non ancora del tutto adulti, ma ormai lontani dal mondo dell’infanzia.
Winnicott, pediatra, psichiatra e psicoanalista, parla dell’adolescenza, come “quel luogo nell’oceano costantemente attraversato dalle tempeste”. L’adolescente dovrà vivere al meglio gli sconvolgimenti fisici e psicologici così caratteristici di questo periodo. Allo stesso modo, i genitori cercheranno di accompagnare questa metamorfosi che a volte li lascia sconvolti e sopraffatti difronte ai figli che spesso li sfidano e li squalificano. Winnicott consiglia loro: “Ricevere attacchi, esserne colpiti, resistere, cioè rimanere psichicamente presenti senza esercitare ritorsioni o rappresaglie è già terapeutico” La questione principale dell’adolescenza è la costruzione dell’identità.
L’adolescenza è il momento della vita in cui i ragazzi più facilmente sono propensi agli agiti (acting out) senza troppo riflettere. Per “passaggio all’atto”, intendiamo un’azione diretta, poco mediata dalla ragione che esprime tutta la sofferenza che l’adolescente non riesce a mettere in parole.

Gli agiti sono dunque un modo per esprimere l’indicibile disagio dell’adolescente.
Ma ci sono anche tanti adolescenti che non fanno rumore e soffrono in silenzio. Sintomi come eccessiva timidezza, isolamento, ritiro in se stessi, insuccesso scolastico, autodenigrazione, isolamento, inversione del ritmo sonno-veglia, somatizzazioni ricorrenti sono tutti segnali che riflettono il malessere dell’adolescente.
Inoltre, confusione o dubbi sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere possono influire sul benessere personale ed essere alla base di grave destabilizzazione psichica dell’adolescente.
Dicendo ciò che sente, in seduta, l’adolescente sarà in grado di comprendere il suo comportamento, prenderne coscienza e dare un senso ai suoi problemi. Comprendere le sue difficoltà è già il primo passo verso la ricerca di soluzioni. Lo psicologo è lì per guidarlo, dirigerlo e aiutarlo a trovare la sua strada. Lo spazio terapeutico gli permette di proiettarsi e di identificarsi con una persona adulta di cui sente di potersi fidare e a cui affidarsi.
La psicoterapia adolescenziale è molto spesso una terapia di sostegno. Vale a dire che la terapia non intende lavorare sulla struttura profonda perché l’adolescente è già nel mezzo di un rimaneggiamento e modellamento psichico. Ma l’adolescente ha spesso bisogno di un ascolto profondo e non giudicante delle sue ambivalenze e del suo malessere. Ha bisogno di essere compreso in tutta la sua complessità, cosa non sempre facile per i genitori che vivono con lui quotidianamente.