Una volta mi è stato detto che “ogni testa è un mondo a sé”. Nessuno può entrare in questo universo senza autorizzazione o chiavi. Un bambino non ha la maturità di un adulto in termini di funzionamento e di comprensione del mondo. Ecco perché è più idoneo ed efficace andare a incontrare il bambino e la sua esperienza interiore attraverso un mezzo che gli appartiene e che padroneggia. Il gioco è quel mezzo. Quando un poeta, uno scrittore, un pittore produce la sua opera, si affida a ciò che vive o ha vissuto affinché la sua arte sia resa viva e accessibile agli altri per essere compresa. Lo stesso vale per un bambino.
Fin dalla tenera età, i bambini usano il gioco per simboleggiare ciò che stanno vivendo. Se nella realtà il bambino si sente spesso in una posizione passiva nei confronti del mondo esterno, del suo ambiente familiare, della scuola, con il gioco tutto cambia ed egli può invertire la tendenza assumendo un ruolo attivo.
La terapia del gioco gli permette di appropriarsi della sua storia mettendola in scena e ripetendola, in modo simbolico. Questo passaggio consente al bambino di elaborare, mettere in parole le proprie esperienze e i propri sentimenti. Il gioco va oltre l’aspetto giocoso e il piacere (per ottenere un effetto terapeutico).
I genitori sono coinvolti nella terapia e promuovono la corretta risoluzione delle difficoltà collaborando con il terapeuta.
I cambiamenti che avvengono durante la terapia portano il bambino a tornare al normale corso del suo sviluppo emotivo.

A differenza della terapia della parola in cui il bambino entra in un dialogo verbale con il suo terapeuta sui suoi problemi o sul suo ambiente familiare, attraverso il gioco il bambino non deve parlare ma soltanto giocare.
Il terapeuta svolge un ruolo non di semplice osservatore o compagno di giochi ma interviene seguendo i tempi e il ritmo di gioco del bambino per offrirgli interpretazioni che lo accompagnano a sostenere il suo processo di elaborazione e maturazione.
A differenza delle cosiddette terapie brevi dove il sintomo viene trattato ma senza una risoluzione delle cause profonde, questo metodo, tramite un’analisi e una diagnosi precisa effettuate dal terapeuta, permette di arrivare al problema ad un livello profondo e quindi a trovare una risoluzione che sia duratura nel tempo. Il bambino inizierà a sentirsi meglio ad assumere modalità comportamentali adeguate giocando e senza rendersi conto del cambiamento che sta avvenendo.
Vengono utilizzati diversi tipi di giochi che il bambino può scegliere: personaggi, macchinine, case, pupazzi, playmobil ®, lego ®, disegno, plastilina, scatola di sabbia. Ciascun gioco, con le proprie peculiarità, promuove la libertà di espressione e narrazione.
Il bambino può scegliere di giocare con uno o più giochi, a seconda delle sue esigenze e di come sente di voler giocare nelle sedute.
Il terapeuta osserva, partecipa al gioco, commenta e suggerisce parole per nominare ciò che vede e coglie nel gioco. Queste parole consentono al bambino di capire meglio cosa gli sta accadendo e di esprimere le sue emozioni.